L’idea di AceTonico nasce nel 2020, durante le vicissitudini del periodo pandemico, tra i corridoi (virtuali) del Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino. Ha continuato a crescere e a modellarsi in un gioco di incontri e confronti, online e offline, fino ad essere messa a fuoco ufficialmente nel 2022, come piattaforma di collaborazione, incontro e messa in circolazione di idee e pensieri legati all’Antropologia culturale, con l’obiettivo di contribuire a far uscire la disciplina dai soli contesti accademici.
AceTonico è un nome parlante dal significato piuttosto limpido: formato da “ACE”, ovvero l’acronimo del corso di laurea in Antropologia Culturale ed Etnologia, e “Tonico”, termine che richiama sia le origini torinesi del progetto (To) che qualcosa di fresco e rigenerante.
L’Antropologia culturale, come scienza sociale e come chiave di lettura dei fatti e delle dinamiche del mondo, rimane ancora oggi poco conosciuta oppure subordinata ad altri sistemi di analisi. Le sue potenzialità sono però indiscutibili e AceTonico nasce proprio da questa consapevolezza. Crediamo che l’osservazione attraverso le lenti dell’Antropologia possa essere uno strumento concreto di utilità sociale e culturale che, agendo tramite la decostruzione e la ri-costruzione di concetti, significati e convinzioni, sia in grado di favorire l’utilizzo di nuovi strumenti di conoscenza, lo scardinamento dei pregiudizi e il confronto interpersonale.
L’Antropologia dei giorni nostri vuole essere di natura critica e pubblica: le aule universitarie non bastano più a contenerla, si sente il bisogno di riversarsarla nel mondo, di farla camminare per le strade, comunicare, interrogare e interrogarsi, in un dialogo che rivendichi la posizione e la voce di ciascun*. Alla base del progetto c’è la necessità, oltre che il desiderio, di condividere e diffondere tali consapevolezze e per questa ragione AceTonico è aperto a chiunque voglia indossare queste lenti e osservare ciò che ci circonda attraverso una nuova prospettiva.
La redazione accoglie proposte da parte di chiunque voglia esprimersi riguardo a temi che possano essere trattati in ottica antropologica. I mezzi di disseminazione più utilizzati saranno la scrittura, sotto forma di articoli con un linguaggio facilmente accessibile, ma anche materiali multimediali e audiovisivi, per esprimere ciò che a parole difficilmente può essere restituito.
Con le nostre pubblicazioni vorremmo stimolare pensiero critico e generare riflessione, perché un* cittadin* pensante è un* cittadin* liber*.