— di Chiara Pedrocchi
Alcuni stralci inediti del diario di campo di Chiara Pedrocchi, antropologa e quasi al termine del percorso per diventare giornalista pubblicista, che dal 1° aprile si trova a Kinshasa ospite di una missione saveriana per fare ricerca sul campo e scrivere o registrare reportage sulla realtà di Limete, nella periferia della capitale.
30 giugno 2023
Ora ci imbarcano. Sono veramente molto stanca e frastornata e confusa e grata e amata e amante e paurosa e orgogliosa che non so scrivere decentemente.
Che figata. Che. Figata.
Voglio rifarlo.
Congo ti amo mi mancherai mi mancherà come sto come mi muovo cosa penso con chi parlo. Quanto sei vita.
Arriverà il momento in cui saprò scrivere di meglio.
Ma ora è presenza, onda di emozioni, non rifiuto, naboi te, sono due giorni che mi avvolge quanto sono umana e viva. Danzo sempre.
29 giugno 2023
Pensavo che, in Italia, dovremmo tutti darci una calmata, ballare la vita un po’ più sciolti. Forse sarebbe questo a fare la differenza.
La festa per salutarmi alla CeVB di Kerimo è andata benone. In realtà non era della CeVB, ma della sua tribù di appartenenza, i Banande. Molto tranquilla (alle 18.30 eravamo qui) e tutti gentili. Pensavo alla statuetta che mi hanno regalato. Mi hanno detto che rappresenta il fatto che chi dà riceve e viceversa. La trovo molto bella. Ho mangiato foufou di farina di grano, patate, igname, banane planté, fagioli, verdure.
Ricevuta nuova stoffa con Madonna, da Shuna, e vestito di Lourdes. Davanti c’è scritto “Ave Maria concepita senza peccato”.
Stasera c’era la messa dei giovani e alla fine Arcade mi ha chiamato a parlare. Ho detto la verità: mi sono sentita a casa per tre mesi, pur essendo lontanissima da casa mia.
Ingrid mi ha regalato un braccialetto con inciso il mio nome.
Sono troppo stanca: devo dormire.
28 giugno 2023
Non credo di aver mai scritto qui che le persone per strada per chiamare qualcuno o per richiamare l’attenzione schioccano la bocca come a dare un bacio, ma più forte. Kerimo lo chiama “le souffle”, e dice che non ci sono abituata.
Oggi in un canale pieno di spazzatura c’era un pezzo di specchio che rifletteva il cielo grigio, tipico della stagione secca.
Fuori dal cancello di Oseper – rosso scuro – ci sono disegnati due occhi e c’è scritto, in mezzo a molti nomi, “totali lokola libata”, Siamo come una famiglia.
Padre Rino dice che almeno c’è l’alternanza stagione secca / delle piogge, altrimenti il tempo, in entrambi i sensi, sarebbe sempre uguale.
Maman Nicole e le donne del suo gruppo mi hanno regalato un vestito. Ha i simboli religiosi ma mi piace molto. È blu, lungo, con le decorazioni sul giallo e sul rosso, le scollo ampio retto da un elastico.
Stamattina sono andata a salutare i bambini e le donne dalle suore, alla quindicesima. Ho mai scritto qui che l’orfanotrofio si chiama don de Marie– o de Dieu? Ogni volta che usciamo dalla XVII rue passiamo sotto a una struttura fatta costruire da Mobutu e mai finita che si chiama exdrangeus.
Come sempre è stato un po’ difficile: i bambini erano alla tele, dentro, e quando ho fatto per giocarci una bambina – di cui mi sono fatta l’idea sia arrabbiata con me perché non le ho mai portato un regalo – mi ha detto che facevamo casino. Ho fatto per uscire ma un’infermiera ha detto di entrare perché per i bambini fa troppo freddo per stare fuori. Sono bambini sempre un po’ nervosi e talvolta un po’ violenti. Il salute è stato piuttosto rapido e indolore, tranne per il piccolo grande Roland, che mi ha seguito nei saluti di tutto il resto della comunità. Ho salutato a lungo Marie che ho sempre chiamato Marie ma si chiama Precieuse, e ho avuto la sensazione capisse tutto. A un certo punto ha fatto per alzarsi in piedi, e ho avuto la sensazione fosse lì lì per cominciare a camminare. Mi ha fissato negli occhi, poi si è riseduta e ci siamo abbracciate. Roland camminando ripeteva “Naboi”, “mi rifiuto”, dino al cancello, dopo aver salutato tutti come dovesse partire con me. Poi si è seduto su una panchina e ha guardato me e Kerimo andare via. Roland all’inizio dava sempre sberle, ora manda baci.
27 giugno 2023
Sono stata al Museo Nazionale con Théo. A lui hanno fatto pagare 3000 franchi, a me 10 dollari. Interessante anche se non va troppo a fondo. Bella la statua su donna, maternità e infanzia e la sezione sulla fai della vita, con breve storia paese, parte su casa e su maschere.
È passata la mamma di Marie, la ragazzina che non cammina, a mostrarmi ricevuta del Bambin Gesù – una persona che conosce ha portato il figlio ha curarsi lì – e ho dovuto dirle che non sapevo davvero cosa farne. In ogni caso devo ricordarmi di mandarle l’indirizzo del Ministero della Disabilità.
Oggi ultimo giorno di corso. Triste. Stampati certificati e lettere.
Sera
Stamattina sono stata dai Guanelliani. Non sapevo bene cosa aspettarmi, pensavo avrei giocato coi bimbi e poi li avrei salutati. Poi sarei andata alla parrocchia a pranzo, all’ufficio di Bruxelles Airlines con Padre Rino e, se non fosse stato tardi, avrei visto Immaculée. Invece Père Gabriel mi ha detto che si erano organizzati perché stessi anche il pomeriggio, e allora ho cambiato i piani. Tra l’altro per farlo dovevo ricaricare il telefono, e il tizio che fa le ricariche credeva di fare il furbo inserendo il suo numero al posto del mio. Sono tornata indietro a protestare con Ozias e per fortuna l’abbiamo avuta vinta. Insomma stamattina sono stata a giocare coi bimbi, alternando i vari gruppi e i ragazzini delle varie età. Mi sono molto divertita – e mi ha messo molto alla prova – fare acrobatica con Baby e altri due. O meglio. Li ho guardati fare i salti mortali per un pezzo, poi abbiamo guardato qualche video sul telefono, e poi ho chiesto di insegnarmi la cosa più facile che conoscevano. Per loro la cosa più facile era il flic all’indietro. Hanno iniziato a farmi rimbalzare all’indietro utilizzando come appoggio un copertone in piedi sulla sabbia. Ho preso coraggio e molto lentamente l’ho fatto. Poi ancora e ancora. Ovviamente senza copertone non ci ho neanche provato. Mi fa sorridere, però, che loro mi dicessero che è tutta una questione di “spirito”. Per non avere paura ci devi credere. Tra l’altro avevano palesemente più fiducia in me di quanta ne avessi io in me stessa.
Poi ho pranzato coi Padri Guanelliani, e mi hanno detto che bisognava finissero di fare le prove per poi danzare per me. Hanno iniziato tardi, ma le cose sono andate così. Ci siamo messi in cerchio vicino alla pagoda, e da lì in poi si è succeduto un ballo dietro l’altro. Li avevo già visti una volta provare e due esibirsi, ma mai così da vicino. Tra l’altro Ozias ha ripreso praticamente tutto con il telefonino di Desiré. C’era anche Fiss che ballava per la prima volta, ma un po’ tutti intonavano canti per Jean. Gli uomini ballavano anche con due o tre donne contemporaneamente sempre in modo piuttosto esplicito.
Mi sono chiesta se tra loro i ragazzi e le ragazze che crescono insieme si sentano fratelli e sorelle, amici e amiche o potenzialmente qualcosa di più. Comunque, hanno fatto ballare anche me. Alla fine ognuno ha avuto il suo scure e il suo doccino, poi Desiré mi ha chiamato a dire qualcosa. Finché ho ringraziato e basta tutto bene, ma sono crollata quando incrociando gli occhi di Baby ho ringraziato chi ha deciso di condividere la propria storia con me. Mi hanno tutti detto Courage e di non piangere, ma io sono solo grata. Prima di uscire ho incrociato Isaac, che già quando parlava Desiré era dietro di me e sorrideva come uno che la sa lunga, e annuiva. Ci siamo stretti forti e commossi entrambi. Poi sono partita in moto con Ozias e Addi.
Dimenticavo che ho chiesto a Desiré come tornare: si può fare Servizio Civile o chiedere a loro di tornare come volontaria. Non bisogna pagare e posso venire anche con Mauro.
Alla parrocchia c’era Lollo che diceva di avere fame. C’era anche Théo, venuto a prendermi per andare a provare il vestito regalato dalla sua comunità. Io non avevo capito che aveva sopra la Madonna (due enormi!), ma è bello. Solo tira sul seno e va sistemato. Mentre andavamo siamo passati da un quartiere molto carino. C’erano le luci a renderlo tale.
23 giugno 2023
Appurato che non ho nessuna voglia di tornare
Vorrei essere sempre sulla moto col sole incandescente, la fiducia nell’universo e la serenità di dire al mutar “io parlo con tutti e sono amica di tutto il mondo”, come nel video che ho girato quasi all’ingresso della XVII rue e che guarderà per sempre con il cuore aperto.
Stamattina sono stata all’ospedale psichiatrico. C’è stato un mezzo casino con maman Nadia, a cui avevo chiesto di vederci stamattina ma non le andava il telefono, allora mi sono organizzata con Padre Rino per andare all’ospedale, lei mi ha chiamata alle 08.15 dicendomi “vengo alle 08”, alle 09 ancora non arrivava, mi chiama alle 12.30 ma perdo la chiamata…
Osp. psichiatrico: fuori strada trafficata, è un po’ dopo Ponte Matete, sulla strada per l’aeroporto. Cancello con scritte e filo spinato. Dentro centinaia di persone. Prima ci chiamano persone al banchetto per venderci qualcosa, poi la gente seduta sulle panche fuori, sotto capannone dove non si passa o si passa con strattoni. Tv accesa, corridoio pieno. Una donna ci parla, Padre Rino traduce “non sono ammalata” e “io vi amo”. Andiamo in direzione e parliamo con una suora molto gentile. In ufficio c’è abbastanza ordine. Davanti c’è scrivania con tavolino con fiori finti rosa.
Jean Claude è tornato dopo un viaggio di 3 giorni in battello. Sulla barca al ritorno c’erano anche molti animali, un maiale gli ha mangiato il pranzo e una papera è morta.
19 giugno 2023
Oggi pomeriggio sono andata con Kerimo a trovare un uomo di 95 anni. Avrei voluto preparare le domande da porgli con maggiore precisione. Non aggiungo altro perché vorrei scriverne un articolo – sul neocolonialismo.
Poi vado a casa di Kerimo. Ha una bella proprietà, fuori c’è una boscaglia fuori controllo che dice chiamano “il bosco di Kerimo”. Conosco suo figlio, all’inizio sembra diffidente, ma si scopre nel giro di pochissimo e scopro che è un fuoriuscito di una chiesa del risveglio. Tra l’altro i vicini hanno usato il muro che divide le proprietà per costruire la propria chiesa del risveglio, e in più il muro è basso e perciò tutti vedono in casa di Kerimo. Kerimo dice che casa sua non è molto bella, ma a me piacciono moltissimo i giochi di luce che si creano. Ho visto solo la cucina, con fornelletto e tavolino al centro. C’era una tenda a fiori e poi un’altra casetta dove mi ha detto che dormono. A quanto ho capito vorrebbe tirare su il terreno per evitare inondazioni.
18 giugno 2023
01:47
Ti scrivo eccezionalmente in blu perché sto usando una penna che mi ha voluto regalare Père Arcade solo perché gli ho detto che la trovavo bella. A lui l’aveva regalata la regione quando si è trasferito qui. È di legno e in cima c’è come una statuetta di una donna africana accovacciata e con il seno scoperto.
Stamattina c’è stata la festa della materna. Io mi sentivo molto carina nel mio lungo vestito arancione a fiori gialli brillantanti, e in effetti ho preso molti complimenti. Non mi sentivo benissimo, avevo un po’ di mal di pancia. I genitori spingevano i bambini per far loro fare la foto insieme a me. I bambini avevano un abito fatto con la mia stessa stoffa, le maestre invece di una stoffa diversa e Padre Rino e Père Arcade diversa ancora. Molti bambini avevano un mazzetto di fiori finti con un involucro di plastica con scritto Félicitations. Stavo per scrivere plastica usa e fetta, ma mi sono ricordata che non viene gettata, e infatti in quasi tutte le case dove sono entrata c’era almeno un mazzolino così appeso, ad esempio, sopra la televisione.
09:40
Ieri sera sono crollata. Le bimbe nei capelli avevano perline ed elastici colorati, e i bambini cappelli della stessa stoffa del vestito. Sopra avevano tutti una coroncina di carta con scritto a pennarello “Vive les vacances“. C’era la musica alta e chi faceva le prove col microfono lo faceva chiamando a voce alta le persone che passavano.
I bambini hanno cantato e ballato a turni, anche se era evidente ci fosse un notevole ritardo. Credo molti siano arrivati addirittura dopo il momento di esibirsi. Per quelli che finivano l’asilo era davvero festa grande, e avevano la fascia con la bandiera del Congo.
Dopo una notevole quantità di foto con Ozias, Sephora e Brigitte sono andata a casa di Brigitte perché si faceva festa lì. Lì mi hanno subito dato una Castel, che sono poi diventate due e poi due e mezzo. Brigitte si è premurata di prendermi una pizza (con mais e cipolla), ma a me piaceva molto anche tutto il resto e perciò l’ho condivisa con i bambini.
Ho mangiato riso, banane planté e fagioli – buonissimi. Ho ballato molto, coi bambini come con gli adulti, e una delle maestre mi ha detto che devo ballare più dolcemente. Ho parlato molto col nipote di Brigitte, con cui già l’altra volta mi ero scambiata consigli e chiacchiere.
Sono tornata a casa intorno alle 18 con Sam e Jerémie, con cui ho chiacchierato un po’. Ha detto che è attratto da una ragazza, ma che sta anche pensando di farsi prete. Dice che in famiglia erano 3, ma sua sorella è già morta. Gli ho detto di farmi sapere cosa deciderà anche quando sarò lontana.
Poi mi sono riposata un momento e sono andata a un matrimonio che era alle 18.30. Solo che non stavo benissimo, in più era in Lingala e il prete gridava, quindi sono uscita prima che finisse.
Dopo cena ho preso il posto di Padre Rino alla festa del matrimonio che era stato celebrato. Era poco sobrio – soprattutto nel modo in cui le persone erano vestite, pettinate e truccate – ma è stato interessante. Prima sono entrati gli sposi attraverso un corridoio tra i tavoli, poi man mano i vari gruppi hanno attraversato lo stesso corridoio ballando e portando i regali. Al buffet c’erano molta carne e pesce. Gli altri sono andati avanti fino alle 5 del mattino, invece io e Père Arcade a mezzanotte siamo venuti via.
Avevo timore della strada, anche perché dovevamo passare da Avenue Colonel dove l’altra sera c’è stato uno scontro tra Koluna, ma per fortuna abbiamo preso la moto ed è andato tutto bene.
17 giugno 2023
Ci sono alcune cose non essenziali ma decorative di cui a volte sento la mancanza: a pizza, le candele profumate, i quadri alle pareti, alcuni trucchi – come l’eye liner -, le piante in camera. Dovessi rifare la valigia per venire mi porterei: più calzini, più vestiti eleganti, più deodorante, più liquido per le lenti. Per il resto tutto giusto. Se penso alla partenza però mi si chiude lo stomaco.
Se facessero papa Père Arcade vorrebbe chiamarsi Papa Judas.
15 giugno 2023
Sabato ho festa materna, domenica se tutto va bene pranzo dalla mamma della piccola Marie, lunedì corso e intervista ad anziano, martedì vorrei andare all’ospedale psichiatrico, eccetera.
Padre Rino il giovedì verso sera si sede sulla panchina fuori dal suo ufficio e dice “il giovedì è la giornata più tranquiilla perché ci sono tutte le riuniuoni delle CeVB”. Poi mi dice che verso sera la chiesa è illuminata da una bellissima luce e mi chiede se in tutta Kinshasa esiste una facciata più bella della nostra. Mi dice di sederci e parliamo. Oggi parlavamo della sorcellerie. (…)
“Balobi” significa “dicono”, e indica praticamente le voci di corridoio.
Elezioni il 20 dicembre.
12 giugno 2023
Alla seconda lezione di inglese abbiamo parlato di corpo, e mi hanno detto che qui non esistono i problemi alimentari perché il cibo manca proprio. Mi hanno anche detto che a livello culturale è bene per le donne non avere la pancia piatta, e che la distinzione tra pelle nera e pelle marrone e che ci sono delle droghe che si chiamano TSOKO per diventare più marroni.
11 giugno 2023
Oggi pomeriggio sono stata a un matrimonio alla cappella dell’altra comunità. Io e Padre Rino siamo partiti di corsa perché eravamo un po’ in ritardo, dopo essermi cambiata perché ero vestita molto sportiva. La coppia che si è sposata è veramente bizzarra. Lui fa il musicista, è alto e magro, ha qualcje orecchino, dei tatuaggi e porta gli occhiali da sole (sì, si è sposato senza toglierseli). Lei abita a Piacenza, fa l’infermiera e sa sempre parrucche dai colori brillanti. Sulla spalla scoperta aveva un tatuaggio con il volto di Cristo sanguinante e la corona di spine. Sulla schiena un angelo – secondo i Padri l’angelo Michele, a cui, dicono, le persone qui sono molto legate. Gli sposi sono arrivati alle 17..45 anche se il matrimonio era previsto per le 17, ma a quell’ora non c’era ancora neanche un invitato.
Fuori dalla Chiesa con lei ho avuto questa conversazione:
-Sei emozionata?
-Sono stanca di tutto questo.
-Del matrimonio e tutto?
-Sì, sono troppo stressata. Sono stanca di tutto questo casino, non mi piace più il livello qui.
-Quando torni in Italia?
-Dovrei tornare il 2 ma se riesco torno prima.
Stamattina già. alle 7.13 una persona mi ha detto che sono ingrassata.
Ogni tanto mi viene in mente qualcosa che mi dico “mi sa che questo ancora non l’ho scritto”, ma poi lo dimentico. Una di queste cose, comunque, + il fatto che stasera siamo passati davanti a delle case dove l’anno scorso, durante un’inondazione, erano rimaste fulminate quattro persone.
10 giugno 2023
Una cosa che ho sempre dimenticato di scrivere sono i nomi dei negozi: divine Pharma, Merveille de Dieu… tutti nomi scritti a mano sui muri e con sotto il nome dell’artista.
Ad aprile, per strada, guardavo a terra, a maggio ad altezza sguardi, ora più in alto e non soffro più di claustrofobia.
Però stasera odiavo Kinshasa. Respiro pneumatici a fuoco, il motar va troppo forte rischiando di farci cadere, mi è schizzato il fango misto a fogna fino a in cima alle gambe. Eppure…
09 giugno 2023
Oggi pomeriggio sono stata dai Guanelliani. Non abbiamo fatto informatica perché si stavano preparando per la festa di stasera per l’addio a Père Patrick. Ho assistito a delle prove di ballo – anche se delle persone a cui ho chiesto nessuna ha saputo dirmi con pecisione che ballo fosse. C’erano, a ballare, 4 ragazze e 4 ragazzi.
La festa è andata bene, come mi aveva detto Padre Rino si tende a seguire molto il protocollo, tra la lista di persone che era previsto intervenissero e la scaletta di danze. Desiré era un po’ nervoso per il programma, e a quando alla fine l’hp rassicurato dicendo che era andato tutto molto bene l’ho visto sollevato. Annie ha pianto, e Patrick stesso era stordito da tutta la situazione. Abbiamo cenato lì, ho mangiato foufou, dongo dongo, platano, banane al forno., frittella e patatine fritte, e ho bevuto la birra Castel. La persona che ci ha riaccompagnati alla missione in macchina aveva paura delle buche sulla strada qui fuori, e continuava a volersi fermare.
Mi sa che non ho mai scritto qui che questo quartiere era paludoso fino a pochi anni fa, poi c’è stata una grossa inondazione dopo l’aeroporto e il presidente indicando quest’area ha detto a tutti di spostarsi qui, anche se l’area non era mai stata bonificata. Quando le persone ne avevano paura, in macchina, mi veniva da difenderla perché ormai ci sono affezionata.
Père Patrick sarà a settembre due settimane a Como, quindi credo ci rivedremo lì.
08 giugno 2023
Stasera non facile scrivere qui, non solo per la stanchezza ma anche per l’argomento da trattare – e infatti guarda che ora ho tirato. In più sono così suggestionata che da quando ho aperto il diario ho iniziato a sentire come picchiettare sul soffitto, e questa cosa non mi piace. Comunque. (…)
06 giugno 2023
Ieri un gruppo di preghiera mi ha regalato una grossa stoffa con le effigi della Madonna. Avevano dato anche 10.000 franchi per farmelo cucire, ma Padre Rino ha spiegato che noi non usiamo molto queste cose. Quando ne ho parlato con Père Jean-Claude lui non se ne è capacitato – nonostante gli avessi già detto più volte che per noi è strano – e ne è nato un discorso sul conformismo e sulla paura del giudizio dell’altro. Ho provato a spiegargli che per me sarebbe anche significherebbe riconoscere e dichiarare un mio tratto identitario che sentirei il bisogno di spiegare meglio. Dovrei aggiungerci sopra una cosa come sì ma dubito…”. Insomma nonostante le posizione diverse ci siamo scaldati entro limiti decisamente ragionevoli.
Oggi torna anche Père Arcade.
04 giugno 2023
Oggi dopo la prima messa dovevo andare al mercato con Ozias e Maman Clothilde, ma abbiamo spostato alle 12.30. Alla fine siamo partiti ancora più tardi, abbiamo camminato fino a dove solitamente faccio il cambio moto e lì abbiamo preso un pullmino. Abbiamo fatto un giro lungo e poi siamo arrivati in un posto desolato dove, di fatto, non c’era nessun mercato perché è domenica. Da un lato ero dispiaciuta, dall’altro così tante persone del posto mi avevano detto “sei coraggiosa ad andarci” e “stai attenta” che di nascosto ho tirato un sospiro di sollievo. Alla fine siamo andati verso la Stazione Centrale. Per strada ho visto un posto che si chiama Sisacom, palazzi del governo – ma non il parlamento -, molti bianchi, l’hotel Mimling. Maman e Ozias hanno insistito per fare molte foto davanti a questo hotel perché dicono sia importante. Poi siamo andati al supermercato, “per vedere”. I dolci costavano moltissimo, sicuramente più che in Italia. C’erano dei Nutella Biscuits che costavano 13 euro: troppo. Abbiamo optato per un dolce alla cannella meno caro e ho preso anche l’insetticida e una barretta di cioccolato per i Padri. In totale ho speso 10 dollari e qualcosa. In più mi hanno chiesto cosa mi mancasse dell’Italia, e quando ridendo ho detto “la pizza” ha chiesto al commesso se ci fosse. Ci ha detto sì, ma ho risposto che voglio mangiare foufou. Prima di uscire avevo visto la sorella di Maman con un bebé di 5 mesi, mi ha detto che vuole andare in Italia, he cerca il denaro per farlo e di chiedere a Padre Rino se le trova lavoro.
03 giugno 2023
Ieri mi sono dimenticata di scrivere che ho abbozzato a Père Patrick l’idea di un podcast coi ragazzi, e mi ha detto che ne parliamo la prossima settimana perché le cose cambieranno un po’. Gli ho chiesto perché e mi ha detto che è stato chiamato per una missione in Nigeria (tra l’altro mi ha detto che prima o poi devo andare a studiare la situazione anche lì). Ha detto che questa è stata la sua prima missione, che. ci è rimasto due anni e che è affezionato ai bambini. Aveva gli occhi lucidi ma continuava a ripetere “è così, è per servire Dio”.
Stamattina invece sono uscita con l’ambulanza dell’équipe mobile. [Leggi qui il reportage su questo e sugli enfants de la rue]. Al centro di Matete c’era un uomo all’ufficio che mi ha spiegato un po’ come funziona lì – la cosa che mi ha fatto più effetto è stato leggere sul registro abbandonato – cacciato – maltrattato – e il numero 2335 del ragazzo che abbiamo portato lì. C’era anche un educatore che lavora lì da trent’anni. Portava camicia e cappellino nero, e un orologio che segnava le 15.10 nonostante non fosse neanche mezzogiorno.
02 giugno 2023
Lutto da papa Jean. Fuori da casa sua luce bellissima, bambini che uniscono mosse di ballo ad azioni quotidiane come gettare l’acqua, musica religiosa ritmata rilassante. Sprite e odore di sigarette accese. Jean pacato – ha perso un figlio della mia età ma per lui “morire giovani è normale, non è una maledizione”.
Stamattina visita all’ospedale Saint Bernard, visita a una donna che stava per partorire. Sono entrata solo io, Jean-Claude è rimasto fuori. Mi hanno detto, fosse nata femmina, le avrebbero dato il mio nome – ma mi hanno scritto stasera che il bambino è nato maschio. Ospedale ha problema allagamenti. Durante preghiera sottofondo musicale “bella”, da musical Notre Dame de Paris.
Théo ha comprato moto – deve versare 50 dollari a settimana per 5 mesi.
01 giugno 2023
“Qui tutto è permesso” – me l’ha detto oggi Jessica, una ragazza con cui ho parlato quando sono andata dalle suore salesiane della visitazione per la loro festa.
I ragazzi del secondo corso di inglese mi hanno convinto a raddoppiare le ore. In più stanno facendo progressi e sono soddisfatta. Poi ho chiacchierato col prefetto e degli insegnanti. Mi hanno chiesto perché non poso un congolese per rimanere, e abbiamo finito per parlare di matrimonio e convivenza. Poi abbiamo parlato di gravidanze indesiderate, aborto e contraccettivi.
Le maestre e la direttrice della materna mi hanno preso le misure per cucire anche per me il vestito per la festa della materna. Una ha detto che sono ingrassata, e l’altra che sono dimagrita.
31 maggio 2023
Due mesi
Non dire ai bambini “ti mangio” quando giochi
30 maggio 2023
Come ho dubbi si comprenda dai pochi e mal scritti appunti di ieri, ho intervistato Immaculée. È stata,, finora, l’intervista più intensa – e lo erano già state quelle a Kerimo e ai ragazzi di strada (su cui ho finito reportage). L’intervista a Immaculée è durata 3 ore e a un certo punto mi si è scaricato il microfono – per fortuna registravo anche col telefono. Inizialmente Immaculée mi ha parlato del suo stipendio e di come, su 200 dollari che prende ogni mese, ne sia 100 ad altre persone – a turno ciascuno prende tutto così da avere un piccolo capitale da investire. Poi mi ha parlato della sua consacrazione, di una cattiva esperienza in una casa di riposo a Kinshasa – lei è di Bukavu – e del ragazzino che a fine 2021 aveva come adottato (…). Immaculée è la prima persona che mi ha parlato di mangiare come uccidere non solo in termini metaforici ma proprio come cannibalismo. Mentre parlava la corrente andava e veniva. Benjamin è uscito a prendere due birre, una per me e una per lei, lui ha usato i soldi per i mega, e lei mi ha detto “la prossima volta ne beviamo due a testa, questa volta non ci sono i soldi”. La birra era calda perché nel quartiere non c’era elettricità e quindi i frigo non vanno, neanche nei bar.
[Riprendere Dall’angoscia al metodo nelle scienze del comportamento]
Stamattina dai Guanelliani ho parlato un po’ con un ragazzo che si chiama Lumière, che qualche volta fa mi aveva consigliato un sacco di buonissima musica e che quando stamattina ho dato la consegna per disegnare mi ha detto “et écrire, aussi. Il faut écrire pour exister”. Poi visto che la consegna era l’autoritratto sopra ha scritto MISSING e sotto LUMIÈRE, facendomi ridere.
29 maggio 2023
Stasera dovevo lavorare ma ho tutto scarico e non c’è corrente.
Int. a Immaculée , Benjamin dubbioso, int. anche a P. Rino
28 maggio 2023
Stasera ho parlato con un giovane prete della sorcellerie. Dice che non ci crede nel senso che non vi aderisce, ma crede alla realtà della cosa e la considera evidente, anche perché una persona considerata sorcière aveva detto a sua mamma che avrebbe perso tutte le figlie femmine e così è stato – i maschi, invece, sono sopravvissuti tutti. [riprendere teorie sulla credenza, credo in Taliani] Ho parlato della cosa anche con un ragazzo e una ragazza qui fuori. Lei ha ammesso di crederci perché dà credito alle testimonianze che ha sentito, lui dice di essere testimone. Ha voluto prendermi da parte per raccontare gli episodi che ha vissuto da bambino (…), e voleva sapere il mio parere. “ma non l’ho sognato, l’ho visto con i miei occhi”.
27 maggio 2023
“Sur les persécutés, les opprimés, les abandonnés”.
La ruota gira e tutto quello che viene gettato via si trova lì – al riparo dalla furia dell’esterno, mi sento di aggiungere io.
L’altro giorno sia Théo che Jean-Claude mi hanno fatto notare che manca praticamene un mese al mio ritorno. Speravo non si accorgesse nessuno 🙂 Père Jean-Claude mi ha chiesto perché non mi fermo di più, facendomi chiedere “Perché non mi fermo di più?”. Avrei effettivamente bisogno di più tempo per le mie ricerche, vorrei conoscere meglio le persone con cui ho stretto legami, però è vero che ad agosto ho l’altro reportage e luglio mi serve come tempo di rielaborazione. E poi costa, cambiare tutto ora.
26 maggio 2023
Ieri ho finito di scrivere il primo reportage da qui – manca, ovviamente, l’editing, ma sono emozionata e non vedo l’ora esca.
25 maggio 2023
Sono le 02.39 e c’è in corso il temporale credo più forte a cui abbia mai assistito. Mi sono svegliata con un tuono che mi ha fatto pensare si rompesse la finestra. In teoria la stagione secca doveva iniziare 15 giorni fa. Io non vorrei dire ma dico cambiamento climatico: a rimetterci sono gli agricoltori – oltre, ovviamente, a tutta la gente a cui in questo istante si sta allagando la casa.
24 maggio 2023
In entrambi i gruppi di inglese c’è uno zoccolo duro di studenti che vengono n’importe quoi – pioggia, esami, malaria. Mi hanno chiesto di continuare anche durante le vacanze.
23 maggio 2023
Kerimo ieri: super intervista, lui davvero disinvolto anche davanti al microfono. Ho preso appunti sull’altro taccuino. Vorrebbe parlassi anche con moglie (all’inizio aveva confuso psicologia e antropologia). Controluce. Se smette di sorridere e se ne accorge ricomincia subito. In orario come sempre. BaNande.
Guanelliani oggi: sempre più difficoltà a mantenere distanza emotiva da loro. Uno di loro, all’inizio distante, si è affezionato da quando l’ho preso in braccio e ho iniziato a far finta di andare in moto. Ora cerca rassicurazioni, e ogni linea che aggiunge ai suoi disegni viene a chiedermi “sono stato bravo?”. Oggi al disegno della sua mano ha aggiunto un rosario.
Dei tre ragazzi che ho intervistato oggi – con la corrente e dunque la luce che andava e veniva – il primo era serio e distaccato, il secondo serio e commosso, il terzo non è stato fermo un secondo e piangeva ma voleva continuare a parlare. Per non farlo andare via in lacrime gli ho chiesto cosa potessi fare per lui, e mi ha risposto prenderlo in carico. Vorrei pensare a un progetto che permetta a loro di chiedere fondi grazie al loro lavoro, ma non è facile.
19 maggio 2023
Ieri è morto Tigre, l’ultimo dei gattini e a me si è un po’ spezzato il cuore. Perché così importanti questi gattini? I miei due cent: fare campo significa , talvolta, perlomeno per me, partire soli. Questo implica lasciare a casa tutte le relazioni affettive e immergersi completamente in un contesto nuovo. È una scelta e non la discuto, però a me serve avere un appiglio che mi permetta di continuare a dialogare con le sensazioni di pancia, non solo con i canali della scrittura o della parola, ma anche con il contatto, per esempio, fisico, senza filtri. Questi gattini, per me, hanno rappresentato quel lato più sentimentale e meno filtrato, e stare senza è una nuova sfida.
L’altro ieri un giovane mi ha raccontato della sua ricerca del lavoro, e di come gli avessero proposto di lavorare come domestico per una manciata di franchi e del suo rifiuto. Poi ha detto che l’anno scorso frequentava una ragazza che amava molto, ma si sono dovuti lasciare perché la sua famiglia non accettava che lui facesse parte di una determinata tribù.
Giovedì ho iniziato il lavoro coi ragazzi del corso di inglese, e sono usciti davvero spunti interessanti che non vedo l’ora di sviluppare. Inaspettatamente ne è uscita anche una testimonianza lunga 20 minuti sulla sorcellerie.
17 maggio 2023
Per approfondire: “C’est l’Article 15, papa!”
Stamattina dai Guanelliani ho chiesto ai ragazzi di fare una presentazione Powerpoint. Uno di loro l’ha fatta su “La mia vita qui al centro”, ma non sapeva come riempirla. Gli ho detto di scrivere quello che mi direbbe se uscissimo a fare una passeggiata e gli ponessi le domande a voce. Ha scritto “Je pense à maman” e poi “elle est parti au village“.
Quando in una coppia non ci si può sposare perché non si hanno i soldi per la dote si dice “vieni, sediamoci”, cioè andiamo a vivere insieme e comportiamoci come ci fossimo sposati”.
16 maggio 2023
Il 17 giugno compie 17 anni, e non vive a casa perché la sua famiglia l’ha accusata di stregoneria. Me l’ha detto lei, e mi ha detto anche che ad accusarla è stata sua nonna, e che prima di cacciarla le hanno messo l’olio di oliva sugli occhi e l’hanno schiaffeggiata.
Ogni volta che lo vedo A. alza un po’ di più la testa, e oggi qualcuno gli ha detto “si vede che sei contento quando parli con Chiara”.
Oggi pomeriggio ho dapprima imparato un po’ di lingala con Padre Rino, poi sono andata con lui a visitare tre case proprio qui vicino. La seconda è stata la più impattante: era una stanza molto piccola, con due fornelletti elettrici in un angolo, nell’altro dei secchi per lavarsi, e gli altri due angoli erano occupati da un letto matrimoniale che in realtà non era che un materasso senza lenzuola. Sopra c’era una zanzariera che finiva per occupare quasi tutta la stanza. In questa casa abitano in 5, due donne e tre bambini. La casa era buia e molto piena di zanzare – dovrei approfondire il concetto di casa.
15 maggio 2023
Stamattina una delle ragazze del corso di inglese mi ha detto “mi mancherai”, nonostante sia solo a metà del tempo qui.
Ho chiacchierato con uno dei ragazzi, vuole fare il giornalista, è in gamba.
14 maggio 2023
Non dare voce ma dare parola.
12 maggio 2023
Stamattina una persona che dovevo intervistare si è rifiutata, facendomi interrogare su quanto possa spingere quando mi scontro con queste situazioni. Devo lasciar decantare prima di darmi risposte.
09 maggio 2023
Sto scrivendo sempre di più ma sono cose ancora embrionali.
Papa Jean dice che vorrebbe andare in Giappone perché lì non c’è violenza.
08 maggio 2023
Oggi sono stata a pranzo da Madame Brigitte. Ha 35 anni e 7 figli – il più piccolo ha un anno e il più grande 12. Quando siamo arrivati lei ci ha accolto con un lungo vestito blu tradizionale e i capelli intrecciati raccolti con una crocchia in cima alla nuca. Ho conosciuto anche il marito ma non è rimasto con noi. Abbiamo mangiato riso e fagioli (gli altri anche pesce), e ho scoperto che stanno benissimo con lo zucchero. Abbiamo giocato con i bambini alle costruzioni, poi a una specie di gioco dell’oca e poi con le carte. Il secondo gioco di carte si chiamava Sorcellerie e prevedeva che ciascuno scartasse le carte man mano che ne pescava il doppione dalle mani altrui. A furia di scambiarsele a qualcuno ne restava in mano una sola, doppione di una carta scartata all’inizio del gioco. A turno siamo stati tutti sorcière, stregoni, e ne ho approfittato per chiedere se loro ci credessero: loro no, ma dicono il 90% delle persone sì. Brigitte ha detto che una volta in parrocchia è arrivato un bimbo a cui avevano messo attorno uno pneumatico a cui volevano dare fuoco (ho letto che è pratica comune), per fortuna è riuscito a rifugiarsi in chiesa.
Brigitte mi ha detto che per comprare i contraccettivi qui serve la prescrizione, ed era scandalizzata da come sia facile comprare i preservativi in Europa.
Qui il volante è a destra o a sinistra a seconda del mezzo di fortuna che ci si riesce ad accaparrare.
05 maggio 2023
Oggi sono molto triste perché è morto uno dei gattini di cui mi prendevo cura, Pirata.
Sono stata dalle Suore insieme a Kerimo. La messa doveva iniziare stamattina alle 7 ma il prete è arrivato alle 8. Poi sono stata principalmente con le donne. Non senza difficoltà ho fissato un’intervista con una suora per venerdì prossimo. In compenso Kerimo mi ha messo in contatto con una persona che dovrebbe sapermi aiutare molto per le mie ricerche. Venerdì raccolgo anche la testimonianza di Kerimo stesso.
Se ho capito bene stamattina qualcuno sul cancello ha insultato le ragazze chiamandole matte, e tutte si sono agitate.
04 maggio 2023
Martedì ho fatto lezione di scrittura creativa dai Guanelliani, ma tranne Baby credo non ci sia nessuno che sa scrivere quindi hanno disegnato e basta. C’era un ragazzo a cui, una volta finito il disegno, ho chiesto se gli andasse di spiegarmelo, ma non parlava. Mi hanno detto che non parla mai, e ho chiesto se è muto o parla solo molto piano. Mi hanno detto che parla piano, e un’educatrice con la parrucca identica ai miei capelli gli ha detto di alzare la voce. Gli ho domandato se volesse uscire così poteva parlare con me anche a basso volume e ha detto di sì. Ha tenuto la testa bassa tutto il tempo, ci siamo seduti su un gradino che dà su un lato del cortile e gli ho chiesto se fosse triste. Mi ha detto di sì e che pensava ai suoi genitori, solo che parlava pianissimo in un francese poco chiaro e capirlo era effettivamente molto difficile. Ciò che ho capito è che sa dove si trovino i suoi ma non può tornare da loro, che era lui che aveva deciso di andare via di casa perché la situazione non era buona. Dopo un po’ gli ho proposto un abbraccio e mi ha detto di no, però mi ha preso la mano e siamo rimasti un po’ così. Poi gli ho chiesto se volesse restare un po’ solo e mi ha detto di sì, così gli ho detto di rientrare se e quando se la fosse sentita. È rientrato poco dopo e ha fatto un altro disegno.
Un bambino iperattivo che ogni volta che arrivo mi salta addosso arrampicandosi come una scimmietta martedì ha avuto credo una sorta di crisi di rabbia, e ha alzato minaccioso una piccola stampella contro l’educatrice. Lei l’ha mandato fuori mentre lui urlava e piangeva. Quando è rientrato mi ha ignorato per un po’, poi mi ha chiesto di nuovo di giocare insieme.
Oggi sono tornata per il corso di informatica, e tutti erano concentratissimi nell’attività di copiare su Word alcune righe del piccolo principe in francese. Quando l’educatrice ha detto che era ora di andare a scuola hanno detto che avrebbero voluto restare di più.
Ho anche giocato con loro a dama usando dei tappi di bottiglie, la mia squadra ha vinto.
A lezione di inglese a scuola invece abbiamo fatto brainstorming sulle relazioni, e mi hanno fatto molte domande anche sull’Italia. Mi hanno detto che qui è raro ci si baci in pubblico prima del matrimonio – ma ci hanno tenuto ad aggiungere che è la cultura congolese, ma non per questo la condividono. A sorpresa mi hanno chiesto dell’aborto, dicono che qui è l’unica strada per chi resta incinta prima del matrimonio. Mi hanno chiesto se i miei genitori si arrabbiano se mi lascio col mio fidanzato e scoprono che abbiamo già avuto rapporti, e hanno detto che qui i ragazzi devono sposarsi con donne vergini. Devo sempre ricordarmi il contesto in cui mi trovo, e fare attenzione a non sbilanciarmi. Ho parlato anche di diritti e di educazione sessuale, focalizzandomi sul concetto di consenso. Dopo la fine della lezione sono rimasti 35 minuti in più.
Ieri sera ho parlato con Jean-Claude della morte – lui ha perso una sorella a 13 anni e papà quando era in seminario. Siamo arrivati alla conclusione che è più facile morire la vita che vivere la morte.
Maman Nicole mi ha insegnato le parole di un canto in lingala di cui mi piace molto il ritmo – Alleluja Nkembo na yo Iesu lelo osekwa, Alleluja, Gloria, tu oggi Gesù sei risorto.
01 maggio 2023
Un mese qui.
Sono stanchissima. Oggi sono uscita con Immaculée, suo fratello e dei suoi amici, ed è stata, come continuava a ripetere una di queste persone in italiano, “una giornata speciale”. Scrivo parole chiave poi se ho tempo i prossimi giorni approfondisco:
– Mano da squarcio telo che copre risciò mentre siamo in movimento, mi si attacca ai capelli
– Fally Ipupa
– birra Nkoyi con occhio di tigre
– un intero pullmino che si applica per insegnarmi il lingala.
30 aprile 2023
“Più vado avanti e meno capisco Dio. Guaio serio, eh? Ma forse non lo è davvero, forse il guaio serio è quando pensavo di averlo capito…”.
29 aprile 2023
Negli ultimi giorni la razionalità con cui ho affrontato l’inizio di tutto ciò ha lasciato il posto all’emotività.
Ieri dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta ho parlato con una ragazza che ha un anno in meno di me e che abita lì e non esce mai. Non volevo chiederle il suo passato, ma ero un po’ in difficoltà anche rispetto al presente e al futuro.
È qualche giorno che manca quasi sempre l’elettricità. È tornata una notte un paio di giorni fa e per il resto ce la caviamo con un piccolo generatore che accendiamo qualche ora al giorno.
Domani escono podcast e newsletter, e mi fa strano perché significa che è finito il primo mese qui. Seguo il consiglio del mio psi di stare nel presente e non fare il conto alla rovescia, ma su tre mesi giusti la scansione del tempo è fin troppo facile. Comunque – vai a sapere se l’avevo già scritto tra queste pagine – il piano era aprile di ambientamento, maggio di immersione e scrittura, giugno di rielaborazione, e mi pare che ci siamo. Sto riuscendo a leggere anche più che all’inizio, soprattutto la mattina presto.
Non posso portare le persone fuori dalle prigioni dove sono, ma ci posso entrare – è una scelta di campo per la vita.
Padre Rino mi ha citato per la prima volta il Mal d’Africa.
Ieri sera Jéremie mi ha domandato se oggi volevo andare con lui alla festa degli insegnanti. Gli ho detto che avrei chiesto stamattina a Padre Rino se c’erano problemi, e alla fine ho deciso di andare. Eravamo sotto una tettoia all’aperto, ed è arrivata anche Immaculée, la segretaria con cui dovrei uscire lunedì, e le maestre della materna – oltre al direttore e a quasi tutti gli insegnanti di materna e primaria. Ho mangiato impasto di manioca, pondu e banane fritte. Brigitte, una delle maestre della materna, mi ha invitato a pranzo a casa sua. Ho ascoltato tutto il pomeriggio rumba congolese e l’ho ballata con gli altri.
27 aprile 2023
“Ave Maria in piena disgrazia”
Bambino di nome Babi che vive dai Guanelliani scrive sui Power Point altrui “l’amore di una madre si trova una sola volta nella vita”. Vuole fare lo scrittore e martedì vuole farmi leggere quello che ha scritto. “J’ai beaucoup de curiosité” “Moi aussi”. L’ho salutato chiamandolo collega.
Il ragazzo che mi accompagna ha 23 anni e ha già perso il padre e tre sorelle, l’ultima la scorsa settimana. Ama cucire vestiti e oggi indossava una camicia colorata che ha fatto da sé.
26 aprile 2023
Lunga chiacchierata con Père Jean-Claude su argomenti di cui sopra
25 aprile 2023
Cause in comune e in contrasto con cattolicesimo
24 aprile 2023
Oggi ho ricominciato il corso di inglese. I corsi: nel primo ci sono quelli che non hanno passato il test con cui abbiamo finito il primo corso, nel secondo chi l’ha passato. Secondo giro un po’ più difficile: c’erano solo ragazzi e ragazze che conoscevo già, qualcuno ha fatto ritardo. Il ragazzo di cui una volta ti avevo già parlato era un po’ oppositivo, alle regole diceva “mai sentita prima” e quando abbiamo corretto il test saltava agli ultimi esercizi.
Oggi pomeriggio invece incontro con una classe sulla crisi climatica, domani devo scriverne per .eco, l’educazione sostenibile. Una ragazza conosceva Greta Thunberg e i Fridays, un altro a un certo punto ce l’aveva un po’ con l’Europa, ma poi abbiamo parlato di antropologia, decostruzione e complessità e ho fatto riflettere su una terza strada per l’Africa e su come ci siano cose di cui l’Europa è responsabile ma altre di cui è responsabile chi vive qui, come l’educazione o la gestione dei rifiuti. Alla fine il ragazzo che prima era arrabbiato era molto entusiasta, e tanti di loro si sono fermati a chiacchierare con me alla fine. Spero di riuscire a organizzare un secondo incontro.
Voglio scrivere di più.
23 aprile 2023
Oggi sono stata a una delle Comunità di Base per una riunione di giovani. A cena chi era con me mi ha detto che ha notato gli sguardi di tutti su di me, e poi mi ha tradotto delle cose che delle persone sconosciute hanno gridato in lingala. (…) Sul momento ho pensato che poteva evitare di dirmelo, ma poi ho pensato a quanta antropologia io ci possa fare sopra.
(…) Stasera pile sociali un po’ scariche.
22 aprile 2023
Oggi è la Giornata della Terra e qui la situazione delle strade è questa:
21 aprile 2023
Le prime settimane sono stata più autocentrata, mentre ora mi rendo conto di essere abbastanza stabile e tranquilla da potermi focalizzare sugli altri. Ci pensavo oggi in moto, quando nonostante le buche non mi avvinghiavo più alla persona che avevo davanti ma tenevo le mani sulle ginocchia e guardavo intorno invece che la strada.
Stamattina ho portato il mio cartone con la pattumiera in mezzo agli altri perché venisse bruciato, ma visto che c’erano i bendaggi che avevo usato per l’orecchio l’ho lasciato così e non l’ho svuotato. Dopo un po’ ho visto una signora portarlo via probabilmente per cercare di recuperare qualcosa, e mi ha mortificato che ci mettesse le mani.
20 aprile 2023
Stamattina ho insegnato informatica dai Guanelliani, e Père Gabriel ha detto che i bambini gli hanno detto che dovrei andare ogni giorno. Loro sulle braccia avevano quasi tutti delle grosse cicatrici. Il livello dei ragazzi che vanno alla scuola pubblica è molto basso, e ho dovuto correggere frasi come “Je ma pelle …” invece di “Je m’appelle” scritte da ragazzi già adolescenti. Uno ha scritto a computer che non gli piace la Repubblica Democratica del Congo perché è sporca. Quando alla fine è arrivata l’educatrice mi ha chiesto se la settimana prossima insegno anche a lei.
L’altro ieri mi ero interrotta sul racconto dell’ospedale perché troppo debole. Sto meglio anche se continuo a non sentire dall’orecchio sinistro. Oggi mi è tornato il buonumore. Comunque la clinica dove sono stata visitata era ordinata e tranquilla. La dottoressa era vestita di blu, era raffinata e quando camminava trascinava un po’ i piedi – come tutti qui.
Padre Rino scherza sempre con tutti, e questa è una gran dote perché districa anche le situazioni più complesse. Al ritorno dall’ospedale per esempio eravamo 32 in un furgoncino, e ha fatto ridere tutti chiedendo in lingala se anche le sardine per entrare in scatola pagano 1000 franchi a testa. Dice che qui si può scherzare con tutti.
18 aprile 2023
Oggi ho fatto una visita in ospedale che mi ha prenotato l’assicurazione. Non avrei voluto ma ho fatto bene a farla, perché mi hanno trovato un’otite micotica quindi continuo con gli antibiotici e con delle gocce che mi hanno dato lì. Per essere lì alle 15 siamo partiti alle 13, e dopo un tratto a piedi abbiamo preso un furgoncino con altre almeno 10 persone che mi ricordava quello che da Tripoli mi aveva riportato a Beirut l’estate scorsa, e poi una moto che ha sbagliato strada e solo in un secondo momento ci ha portato nel posto giusto. Mentre eravamo in viaggio ci hanno chiamato per spostare la visita alle 16. Continuo domani.
17 aprile 2023
Ho avuto febbre e ho faticato a mangiare, ma sto meglio. Di nuovo, quindi, ho poco da raccontare, se non la difficoltà a unire il proprio lato antropologico che resta sul campo quando si sta male e il lato più personale che sente nostalgia di casa propria soprattutto quando deve chiedere aiuto. Venerdì sono stata dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta. All’ingresso c’era come sentinella una donna coi capelli corti, un lungo vestito rosa e zoppa. Nella corte dove stanno le donne malate ce n’era una che lanciava sassi contro il quadro di Madre Teresa di Calcutta. Kerimo, che era con me, ha parlato lingala con le infermiere mentre io mi guardavo intorno. Poi sono andata a giocare coi bambini.
15 aprile 2023
Gli ultimi giorni ho scritto pochissimi aggiornamenti, ma da ieri mattina ho un orecchio tappato che mi fa malissimo e non mi dà tregua, e sospetto timpano perforato. Ho usato il mio tempo libero per dormire o riposare. Qualche rapido aggiornamento perché sto ancora male e ho bisogno di dormire: stamattina ho tenuto la lezione per gli aspiranti seminaristi, inserisco qui il foglio con gli argomenti.
Non è stato facilissimo ma mi è piaciuto preparare la lezione. Loro erano inizialmente intimoriti, ma poi sono intervenuti sempre di più e mi hanno fatto molte domande usando come esempio sempre il cibo. Uno mi ha chiesto di consigliargli un manuale di antropologia.
11 aprile 2023
Oggi pomeriggio sono stata dai Guanelliani. Mi ha accolto Père Gabriel, che però poi aveva da fare e dunque mi ha lasciato in salottino con Père Patrick, Oziyes e un’altra educatrice. Ne ho approfittato per guardare quali riviste ci fossero in quella stanza un po’ spoglia e un po’ buia – dal National Geographic alle riviste di religiosi. Alla fine è arrivato Desiré, l’educatore, e abbiamo scambiato due parole sull’organizzazione delle tempistiche. Poi ha radunato i ragazzi, che avevo capito sarebbero stati 10/15 e invece erano molti di più, ha fatto loro una breve intro e mi ha chiamata. Eravamo in uno stanzone con tre grossi tavoli, le pareti blu, credo dell’aria condizionata perché non faceva per niente caldo e neanche una lavagna. Quando sono entrata i ragazzi mi hanno cantato una canzoncina di benvenuto per accogliermi. Ho fatto una breve presentazione con un francese un po’ impacciato – ma poteva andare peggio – e poi ho chiesto loro nome, età, colore e spot preferito. Per molti il colore preferito era il rosso, “come il sangue di Cristo”. Parlavano piano, avevano dai 6 ai 16 anni e ce n’era uno che non ha tolto il cappuccio e faceva finta di non capire il francese. C’era anche un’educatrice che all’inizio mi metteva in soggezione, ma che poi è stata molto disponibile. Con lei una bambina con un vestito nero che ricordava quello di una principessina, che mi stava accanto e imitava i miei gesti. Ho chiesto ai ragazzi di disegnare cosa credono importante uno sconosciuto sappia di loro, una specie di sintesi della loro identità. Ci hanno messo moltissimo impegno, qualcuno ha finito presto e ha fatto un secondo disegno, qualcuno si è fermato oltre la fine dell’incontro. Io giravo tra i tavoli scambiando qualche parola in francese, o scherzando dicendo malembe malembe, che in lingala significa lentamente lentamente. Un bambino ha disegnato un uomo con testa di cane (sorcellerie?), tanti delle bandiere, molti pesci.
Stasera sono raffreddatissima – credo sia una reazione del mio corpo all’aria che respiro, ieri hanno bruciato i rifiuti qui fuori.
10 aprile 2023
Oggi è stata la prima giornata un po’ più dettata dalla routine rispetto alle altre. Dopo lezione sono andata con uno dei ragazzi a casa sua, e ho trovato il professore che insegna inglese a tutti. È stato accogliente e gentile, ma ciò che più mi ha colpito è che dopo che lui mi aveva parlato della moglie che era in ospedale per aiutare la madre all’uscita il ragazzo con cui ero mi ha rivelato che sua madre è morta a dicembre, e che il suo professore l’ha adottato temporaneamente perché il padre l’aveva abbandonato quando era piccolo. Mi ha detto di non credere alla stregoneria ma che in un’altra famiglia probabilmente la morte di una donna relativamente giovane come la madre avrebbe portato a temere un suo ritorno a prendere con sé il responsabile della sua scomparsa.
A pranzo Père Jean-Claude ci ha raccontato di come fosse andata la benedizione e l’interramento della salma di una bimba di tre anni della parrocchia, ma mi ha promesso di raccontarmi con più calma quando avrò un momento per ascoltarlo e intanto prendere appunti.
09 aprile 2023
Le celebrazioni per la Pasqua sono state sentite e luminose ma anche molto lunghe: ogni messa o incontro è durato tra le due ore e mezza e le tre ore. La cosa che mi colpisce di più sono i chierichetti che danzano intorno all’altare, e del rito congolese utilizzato per la messa stamattina mi ha colpito che sull’altare vestiti di bianco con in mano due lance ci fossero due uomini adulti – uno era tra l’altro lo stesso che mi ha accompagnato ieri al centro delle suore.
In lingala Buona Pasqua si dice Pasika Elamu. Me l’ha detto Jeremie prima di portarmi dai suoi amici per ballare insieme nel cortile inondato della scuola e prima di insegnarmi a fare il foufou, una specie di nostra polenta molto più rapida e che si divide in delle specie di pagnotte lavorandola con una ciotolina direttamente dentro la pentola.
Abbiamo ballato anche a pranzo, quando ho portato il dolce insieme a degli altri padri dell’altra comunità di missionari, e al ritorno qui insieme ai neobattezzati e alle neobattezzate, che avevano fatto festa nel giardino della parrocchia. Poi mi sono fermata a parlare con alcuni ragazzi della parrocchia, che mi hanno domandato del piercing al naso, dei tatuaggi e dell’Italia in generale. Mi hanno raccontato come si vive qui e quanto si guadagna, e mi ha fatto piacere anche perché era qualche giorno che mi domandavo di cosa parlino i giovani qui quando manca il tempo futuro, e speravo di inserirmi in un gruppo come di fatto è accaduto.
08 aprile 2023
-Era pesante la croce?
-Un po’, ma questo e altro.
Padre Rino ha trovato i canti della veglia pasquale un po’ eccessivi per il contesto. Mi è spiaciuto perché io li ho trovati molto intensi e sentiti. Stare qui sta significando crescita umana, professionale ma anche spirituale. Questa settimana è stata un tuffo di testa in un altro universo. Lo pensavo stamattina mentre tornavo in moto dal Centro delle Madri Teresa di Calcutta, dove vivono donne adulte disabili e bambini disabili o soli.
07 aprile 2023
Mulende significa bianco. In strada tutti mi chiamano così per chiedermi qualcosa, che sia una foto, dei soldi o per salutarmi. Questo anche perché, mi ha detto Padre Rino, qui è lecito chiedere tutto, c’è un proverbio che lo dice. Ieri c’è stata la Via Crucis, e i Padri si sono costruiti una croce in legno molto pesante perché così aveva detto di fare il vescovo. Abbiamo percorso le stazioni nel cortile, nella luce dorata delle cinque e mezza del pomeriggio. Tra poco, invece, c’è la veglia pasquale e ci sono i battesimi.
06 aprile 2023
Stamattina mi si è avvicinato un bambino chiedendomi la palla, che però era della scuola, e mi ha dunque chiesto di comprargliene una, ma ho dovuto dire no. Insomma alla fine mi sono messa a chiacchierare e a disegnare con questo gruppo di bambini di circa 5 anni. Mi hanno chiesto del mio braccialetto rosso, ma ho detto che ha un valore affettivo, e poi mi hanno chiesto se gli elastici per capelli che ho al polso servono a scacciare la sorcellerie, la stregoneria. Ho detto no e ho fatto finta di non sapere cosa fosse. Mi hanno detto che ci sono persone che la notte si trasformano in cani, e che se esco per strada quando è buio posso vederle fare i riti.
05 aprile 2023
Oggi con i bambini ho fatto un piccolo brainstorming sulle problematiche del quartiere, e se all’inizio erano così timidi da non venire neanche a scrivere il nome della zona poi si sono sciolti, e ho capito che mi hanno dato fiducia da quando ho detto loro che ho fatto kickboxing.
Mi è uscito perché ho chiesto “Cosa si fa quando si ha un problema?”. Nella mia testa l’ovvia risposta era “si cerca una soluzione”, invece prima di questa hanno detto “fight”, “throw stones” and “pray”. All’inizio pensavano il mio tentativo di approccio nonviolento fosse difesa dovuta a debolezza, ma la parola kickboxing ha fatto loro capire che non era così.
Oggi pomeriggio poi sono tornata al centro per ragazzi di strada e mi sono fatta spiegare tutto da Padre Patrick, che parla bene italiano. Stasera ho parlato di colonialismo con Père Jean-Claude, che è dell’est del paese.
04 aprile 2023
Père Jean-Claude mi ha chiesto di tenere una formazione agli aspiranti seminaristi sull’approccio dell’antropologia alle nuove culture.
03 aprile 2023
(…) Fuori mi hanno bloccato un po’ di donne, e una mi ha detto che stava per andare in Europa a fare un master quando ha fatto un incidente, mi ha mostrato le cicatrici. Ora è qui e fa la maestra. Ha detto che mi vuole aiutare col francese, e che è molto felice di farsi un’amica italiana. (…)
Abbiamo pranzato con manioca, riso, fagioli e sugo. Poi sono uscita con Padre Rino per andare a un centro di accoglienza per ragazzi di strada. Prima abbiamo fatto a piedi la strada qui fuori, nella direzione opposta rispetto a ieri. Avrei voluto fare molte foto ma non volevo rischiare di violare il consenso di nessuno, ma neanche che qualcuno mi rubasse il telefono o di passare agli occhi di tutti come la turistella che, di fatto, mi sono sentita. C’erano tratti di strada completamente allagati, infinite bancarelle e numerosissime farmacie, faceva caldo e le moto ci facevano il pelo in continuazione. Abbiamo preso la moto, senza casco in tre. Poi siamo arrivati al centro per bambini di strada. Erano praticamente tutti bambini maschi. Ho conosciuto Père Gabriel, che ha portato me e Padre Rino nel suo ufficio per spiegarci da loro come funziona. Poi è arrivato un altro confratello, che però parlava un francese davvero troppo veloce. Comunque mi ha mostrato il centro per bambini, e non ho potuto fare a meno di notare come tutte le stanze da letto, dense di letti a castello, puzzassero di urina. Refettorio, scaffali per libri, altro materasso buttato lì, mannaggia a me per non aver chiesto di più. È che avevo troppi stimoli e concentrarmi su quelli, sul francese e anche sulla mia postura era un po’ troppo. Fuori c’era una specie di grossa altalena di metallo su cui stavano in piedi due ragazzi. (…)
Mentre parlavo con i responsabili si sono avvicinati molti ragazzini a tenermi la mano, uno non la lasciava più. Infine uno la mano me l’ha baciata, e quando ha alzato la testa ho visto che gli mancava un occhio. (…)
I père del posto hanno usato spesso la parola “livre”: i bambini sono abituati alla libertà e vogliono lo sia anche io.
02 aprile 2023
(…) Abbiamo fatto colazione con calma, ho preso caffè solubile e pane e marmellata. [Io e Padre Rino] abbiamo parlato di spiritualità, di come qui sia facile che una persona sia additata come ndoki, cioè con sorcellerie, stregoneria, mi ha raccontato la vicenda di una bambina che è stata emarginata perché parlava nel sonno e dunque le sono state attribuite le colpe di tutta una disgrazia familiare dovuta alla perdita del lavoro della madre.
Poi mi ha fatto fare un giro della zona: qui fuori c’è un cortile non asfaltato dove ha dovuto mettere dei rialzi in muratura per poterlo attraversare quando piove molto. Ci sono varie strutture coperte, una sorta di altare fuori, il lato con gli uffici e l’edificio dove stiamo e poi la Chiesa. Mi ha mostrato anche dove c’è la scuola, ma la vedrò meglio i prossimi giorni. Anche in questo caso i principali disastri sono dovuti agli allagamenti, che ha detto essere in aumento. (…) Prima di messa ho conosciuto delle ragazze che hanno chiesto se dopo i mesi qui possono portarle via con me – “è il sogno dell’Europa”, ha detto Padre Rino.
01 aprile 2023
(…) Le strade per arrivare qui sono peggio di quanto pensassi, e Padre Rino ha detto che quelle che non abbiamo percorso sono anche peggio. Ci sono camion smontati in mezzo alla strada, pozze larghe come tutta la carreggiata e profonde al ginocchio, persone che attraversano a casaccio. Tutti stanno in strada e c’è musica ovunque.
Père Guy ha detto di prepararmi a danzare, gli ho detto che sono “toujour prete”. Col francese me la caverò: per ora capisco molto anche se parlo poco e male. Ho mangiato fagioli, cavolo, riso e papaya che dicono faccia bene all’intestino. (…) Dalla finestra hanno da poco smesso di entrare le voci – è l’una meno cinque – ma si sentono altri animali, oltre ai grilli, che non capisco cosa siano. Ero curiosa di affacciarmi ma ho una tenda scura che non mi sembra il caso di aprire. Sono curiosa di tutto e ho già detto a Padre Rino che farò mille domande, mi ha risposto anche milleuno.